Lesioni Meniscali – Chirurgo Ortopedico Milano

In ogni ginocchio esistono due menischi, interno ed esterno (o mediale e laterale), si tratta di fibrocartilagini che hanno una funzione simile ad un ammortizzatore e che si trovano fra la superficie del femore e quella della tibia; hanno una consistenza dura ed elastica e data la loro forma aumentano la congruità fra i capi articolari delle suddette ossa. Questo effetto di aumento della congruità fra femore e tibia si traduce in una più uniforme distribuzione del peso dal femore, i cui estremi che affrontano la tibia (coondili) sono arrotondati, e la tibia stessa che si contrappone al femore con una superficie più o meno piatta.
La lesione (o frattura) di un menisco consiste in una interruzione della sua integrità in uno o più punti. La lesione del menisco da solitamente origine ad una infiammazione con conseguente dolore e spesso tumefazione del ginocchio per aumento del liquido intra-articolare.
I sintomi più comuni di una lesione meniscale sono quindi il dolore localizzato in un punto preciso e a carattere ‘pungente’ o diffuso all’intero ginocchio con variabile tumefazione dello stesso ed episodicamente blocco o riduzione della capacità di movimento dello stesso da parte del paziente.
Le cause di una lesione meniscale sono le più svariate e vanno dal traumatismo diretto o distorsivo durante l’attività sportiva o lavorativa sino a banali movimenti torsionali del ginocchio durante le più comuni attività quotidiane.
Per porre diagnosi di lesione meniscale è fondamentale un accurato esame clinico (visita) del ginocchio e un adeguato ascolto della storia di insorgenza del dolore. L’esame diagnostico più indicato a confermare un sospetto diagnostico di lesione del menisco è rappresentato dalla Risonanza Magnetica Nucleare.

Trattamento Lesioni Meniscali

Terapia Conservativa
Posta una diagnosi di lesione meniscale la priorità è il controllo della sintomatologia ed in particolare del dolore del paziente. Per questo motivo la prescrizione di farmaci anti-infiammatori e anti-dolorifici è la routine, associata all’applicazione ripetuta di ghiaccio locale e al riposo relativo dell’articolazione ‘malata’.
Nel caso in cui le terapie suddette non fossero sufficienti ed in relazione al tipo di lesione meniscale potrebbe rendersi necessario un trattamento chirurgico.

Terapia Chirurgica
Il trattamento chirurgico delle lesioni meniscali avviene oggi attraverso tecniche mini-invasive praticate per via artroscopica. L’artroscopia del ginocchio prevede l’effettuazione di piccoli fori in punti specifici del ginocchio che servono da accesso all’interno della articolazione. Con strumenti di precisione e dedicati si provvede alla riparazione della lesione, se le caratteristiche stesse della lesione lo consentono oppure alla parizale asportazione del frammento meniscale lesionato cercando di salvaguardare sempre il più possibile la struttura e la forma del menisco per garantire allo stesso di poter continuare a svolgere la sua funzione nel ginocchio. Nei rari casi in cui si rendesse necessaria una asportazione totale o quasi di un menisco esiste la possibilità di procedere con un trapianto meniscale (da donatore o sintetico).

Operatorio
Ogni paziente sottoposto a trattamento chirurgico per una lesione meniscale viene dettagliatamente informato sulla procedura alla quale è stato sottoposto ed educato conseguentemente per il periodo post-operatorio con indicazioni generali e specifiche caso per caso fornendo un protocollo riabilitativo ad hoc che il paziente talvolta può seguire in autonomia mentre altre volte assistito da un fisioterapista

Decorso post-op standard in caso di sutura meniscale:
Dimissione in serata (stesso giorno dell’intervento) – flesso-estensione del ginocchio controllata per 20 giorni circa – ausilio di stampelle per la deambulazione per circa 20 giorni – carico immediato completo – ritorno alla corsa dopo circa 60-70 giorni

Decorso post-op standard in caso di meniscectomia selettiva:
Dimissione in serata (stesso giorno dell’intervento) – flesso-estensione del ginocchio libera da subito- ausilio di stampelle per la deambulazione per circa 7 giorni – carico immediato completo – ritorno alla corsa dopo circa 30 giorni

Sinoviti – Chirurgo Ortopedico Milano

Si tratta di una infiammazione della membrana sinoviale cioè del tessuto che riveste l’interno delle articolazioni. Questo tessuto infiammato diventa edematoso cioè si gonfia e può restare intrappolato tra i capi ossei dell’articolazione durante i movimenti talvolta produce una maggiore quantità di liquido sinoviale rispetto alla norma e dando origine a gonfiore e dolore al ginocchio. Nei casi di sinoviti croniche si può arrivare ad una sofferenza della cartilagine articolare sino all’ artrosi.
Le cause di sinovite sono molteplici e si va dalle sinoviti post-traumatiche (esiti di traumatismi contusivi o distorsivi) a quelle di origine reumatica sino alle patologie tumorali.
Da non sottovalutare le sinoviti da infezione intra-articolare, diretta o come localizzazione secondaria di altre infezioni sistemiche.
Il ginocchio solitamente appare caldo e tumefatto oltre che dolente anche a riposo. Lo stato generale del paziente e l’eventuale rialzo della temperatura coroporea possono aiutare nella diagnosi che si basa su test clinici, RMN ed esami di laboratorio.
Talvolta esami bioptici (ago biopsia) o istologici con prelievo di membrana sinoviale intra-operatorio possono essere decisivi.

CHIRURGO ORTOPEDICO MILANO – PROTESI ANCA E GINOCCHIO MILANO

Coxartrosi Sintomi Diagnosi e Terapia – Chirurgo Ortopedico Milano

 La coxartrosi o artrosi dell’anca è una patologia cronico-degenerativa dell’articolazione dell’anca dovuta a una progressiva alterazione della cartilagine articolare. A queste alterazioni si accompagna il dolore, la limitazione nel movimento e può essere compromessa la normale deambulazione. Si distinguono due forme di coxartrosi: una primitiva, comune nell’età avanzata nella quale non se ne riconosce la causa, e una secondaria, conseguente a varie patologie come le deformitàarticolari congenite (ad esempio la displasia dell’anca) o a patologie traumatiche, infettive, reumatiche, o vascolari come la necrosi asettica della testa del femore.

Patogenesi Coxartrosi
Lo strato di cartilagine che riveste la testa del femore e la cavità acetabolare si assottiglia progressivamente fino a mettere a nudo l’osso sottostante. Questo reagisce addensandosi e deformandosi, con la produzione di escrescenze a forma di becco (osteofiti) che limitano il movimento. La capsula articolare si ispessisce e i muscoli si retraggono fino a determinare una caratteristica postura dell’individuo affetto da coxartrosi,

 Fattori di rischio della Coxartrosi
I fattori che predispongono all’insorgenza della coxartrosi sono:
obesità, per il sovraccarico meccanico dell’articolazione dell’anca
familiarità
età, principale fattore di rischio per lo sviluppo dell’artrosi
predisposizioni anatomiche come la diplasia e il conflitto femoro-acetabolare.

Sintomi Coxartrosi
Il sintomo che maggiormente colpisce i soggetti affetti da tale patologia è il dolore, che si manifesta maggiormente al mattino e alla sera e tende ad attenuarsi con il movimento. Il dolore è solitamente causato da infiammazione della sinovia, iperemia capsulare e ossea, e da stimolazione dei nocicettori a livello del periostio. La ridotta funzionalità articolare è un sintomo che colpisce successivamente i soggetti, ma è più invalidanteperché non permette di compiere le normali attività. Sono presenti anche claudicazione, flessione del bacino in rotazione esterna, una limitazione dolorosa dei movimenti dell’anca con risentimento funzionale.

Diagnosi Coxartrosi
La radiografia mostrerà la presenza di osteofiti, la deformazione della testa del femore con la riduzione dello spazio articolare tra questa e la cavità dell’acetabolo. Oltre all’esame radiologico, l’osservazione dei sintomi è necessaria per una corretta diagnosi.

 Terapia Coxartrosi
La terapia farmacologica è orientata al sollievo del dolore, mediante l’impiego di analgesici o antinfiammatori non steroidei (FANS). Vengono utilizzate anche infiltrazioni di acido ialuronico che servirebbero per ricostituire la cartilagine articolare, a causa della sua patologica atrofia. Studi recenti confermano però che l’utilizzo di infiltrazioni intra-articolari di soluzione fisiologica, clodronato e acido ialuronico danno risultati del tutto sovrapponibili sulla riduzione del dolore.

La terapia chirurgica, si avvale di moderni impianti protesici che permettono la totale sostituzione dell’articolazione. Tali impianti sono in metallo pregiato (titanio) e non necessitano di alcuna cementazione, cioè ottengono un ancoraggio diretto all’osso che permette la deambulazione, in carico parziale, dopo 3-4 giorni dall’intervento. In particolare, grazie alle moderne tecniche di chirurgia mininvasiva che preservano le strutture anatomiche, si accelera il recupero delle normali attività e si riduce in modo significativo il dolore. Importante è la fisioterapia e la rieducazione ginnica, anche con cure termali.

Protesi Anca Milano