Chirurgo Ortopedico Intervento di Fast Track – Chirurgo Ortopedico Milano

Chirurgo Ortopedico Intervento di Fast Track

L’obiettivo del Fast Track è consentire al paziente di tornare alla normalità nel più breve tempo possibile. Il beneficio maggiore dell’applicazione di questo protocollo è la sensazione del paziente di essere molto vicino alla guarigione completa già pochi giorni dopo l’intervento.

Dal Gennaio 2014 presso l’Hummanitas Gavezzeni di Bergamo, il protocollo del Fast Track Ortopedico viene utilizzato dall’Unità Funzionale (U.F) di Chirurgia Protesica, dedicata alla diagnosi ed alla cura della patologia degenerativa ed infiammatoria delle grandi articolazioni quali anca e ginocchio. L’U.F è composta da il Responsabile (Dr. Francesco Verde) con cui lavora un’equipe chirurgica formata da due ortopedici (Dr. Michele Massaro e Dr. Alessio Biazzo).

Reclutamento generale

L’iter generale è il seguente:

  • visita dei pazienti presso l’ambulatorio divisionale o presso gli studi professionali privati con radiografie personali;
  • inserimento dei nominativi nella lista d’attesa, creata al momento dell’ effettuazione della visita specialistica. La priorità è decisa in base alla gravità del quadro clinico riscontrato e alle esigenze del paziente stesso.

Il paziente sarà poi contattato telefonicamente dalla segreteria e gli verranno fornite informazioni su:

  • gli esami clinici, gli esami ematici, le radiografie e le visite specialistiche (ortopedica ed anestesiologica) che saranno eseguiti in pre-ricovero;
  • documenti da portare con sé al momento del ricovero;
  • materiale necessario per la Fisioterapia (stampelle, scarpe, ecc.);

Reclutamento per percorso “FAST TRACK”

La prima selezione del paziente avviene negli ambulatori divisionali (SSN) dell’Humanitas Gavazzeni di Bergamo o presso i nostri ambulatori dislocati in: Lombardia, Campania, Lazio, Calabria, Puglia, Sicilia e Umbria.

La selezione del paziente è legata:

  • all’indicazione chirurgica, che comprende la patologia artrosica primitiva e secondaria di ginocchio-anca;
  • alla presenza di un impianto protesico compartimentale del ginocchio e un impianto protesico primario d’anca;
  • all’età e al grado di autonomia nel movimento;
  • all’eventuali comorbidità;
  • alla distanza: inizialmente verranno reclutati pazienti residenti entro un raggio di 50 km dalla Clinica. Per i pazienti provenienti da altre Regioni si terrà contro, della richiesta specifica da parte degli stessi, di un percorso Rapid Recovery, insieme ai criteri precedenti.

Alla fine della visita ortopedica, se i criteri di inclusione sono rispettati, viene proposta e spiegata al paziente la possibilità di effettuare un percorso Fast Tracke in cosa consiste.

Pre-ricovero

I pazienti scelti per l’intervento vengono preparati in regime di pre-ricovero chirurgico. Questo si svolge in un’unica giornata, assicurando ai pazienti stessi, che in massima parte sono residenti “fuori Regione”, il minor disagio possibile.

Durante il pre-ricovero si effettuano:

  • esami ematici (routine preoperatoria);
  • esame urine;
  • elettrocardiogramma;
  • Rx del torace e del ginocchio o del bacino;
  • Visita ortopedica;
  • Visita anestesiologica;

Idoneità del paziente

Al termine dell’iter il paziente viene giudicato idoneo o meno. Se giudicato idoneo, viene fatto firmare il consenso informato ortopedico, viene spiegato la fattibilità del percorso terapeutico e le finalità del Fast Track.

Alla fine gli viene comunicato:

  • il giorno, l’ora del ricovero ed i documenti necessari;
  • l’occorrente per la degenza (stampelle, calze elastiche antitrombo, scarpe per fisioterapia);
  • eventuali esami personali utili da consegnare;
  • indicazioni di terapia di preparazione all’intervento.

Al termine del Pre-Ricovero il paziente avviato al percorso Fast track, oltre ai colloqui esplicativi con l’Ortopedico e l’anestesista su quelle che sono le modalità di attuazione del percorso stesso, riceve una brochure esplicativa.

Preparazione per l’intervento chirurgico

Il paziente entra in reparto il giorno precedente all’intervento e viene preparato per l’operazione:

  • viene eseguita la pianificazione pre-operatoria digitale sulle lastre del paziente;
  • un’ulteriore valutazione anestesiologica di controllo ed in questa sede viene confermata l’idoneità al trattamento chirurgico;
  • somministrazione di un miniclistere evacuativo;
  • ci si accerta che il paziente faccia la doccia;
  • esecuzione della tricotomia e la disinfezione della parte operata;
  • una cena leggera;
  • identificazione del lato da operare.

Intervento chirurgico

Il giorno dell’intervento, dopo aver posizionato le calze elastiche antitrombo, il paziente viene accompagnato in sala operatoria dove viene eseguito l’intervento chirurgico utilizzando tecniche mininvasive per ridurre l’aggressione tissutale. La tipologia chirurgica varia a seconda dell’indicazione protesica: dalla sostituzione di un solo compartimento del ginocchio (protesi monocompartimentale mediale o laterale o femoro-rotulea) alla protesizzazione completa di tutti i compartimenti sia del ginocchio che dell’articolazione dell’anca (protesi totale di ginocchio o di anca).

Al termine dell’intervento l’assistito accede alla Recovery-Room.

Recovery-room

E’ un ambiente di sorveglianza monitorata durante l’immediato postoperatorio del paziente che non necessita di cure intensive. Qui vengono monitorizzati i parametri vitali (ECG, NIBP, SatO2, Diuresi, eventuale PVC); si procede alla terapia infusionale di rimpiazzo, alla somministrazione delle terapie farmacologiche di sostegno, stabilizzazione, antalgica e profilassi secondo la prescrizione anestesiologica. Laddove consentito si procede al recupero ematico postoperatorio del sangue.Prima della dimissione dalla stessa vengono eseguite le radiografie di controllo post-operatorio, in base alle quali il chirurgo responsabile disporrà della dimissione e rientro in reparto.

Degenza e riabilitazione

Il paziente rientrato in reparto dalla sala operatoria, viene adagiato in poltrona e vengono controllati: la reidratazione, la diuresi e l’attuazione-completamento della terapia del dolore. Il programma riabilitativo ha inizio a 4 ore dall’intervento, con la mobilizzazione passiva a letto con Kinetec a tolleranza, cui segue la deambulazione assistita con le stampelle in presenza del fisioterapista, dell’ortopedico e dell’anestesista.Il primo giorno postoperatorio, il terapista della riabilitazione inizia una cinesi passiva dell’articolazione operata, associando la ripresa del controllo della muscolatura attiva afferente alla stessa. Si mobilizza poi il paziente facendolo deambulare con due stampelle.

Cura della persona, deambulazione e dimissione

La riabilitazione prosegue in modo intensivo nei giorni successivi con l’obiettivo di raggiungere un adeguato recupero funzionale tale da rendere il paziente stesso autonomo nelle proprie attività principali. Nella terza e quarta giornata si procede alla dimissione dall’Ospedale e il paziente verrà indirizzato al proseguimento delle cure riabilitative in modalità MAC tri-settimanale.

Follow-up

Il sesto e settimo giorno post-operatorio, il paziente accede al servizio di Fisioterapia in modalità MAC trisettimanale. Durante tale periodo viene monitorato regolarmente dal fisiatra e all’occorrenza dall’Ortopedico. Il paziente esegue il primo controllo clinico e radiografico a quaranta giorni dalla dimissione presso lo specialista di fiducia o presso l’ambulatorio divisionale. I controlli clinici programmati alla dimissione sono a 45 giorni dall’intervento, poi ogni 3, 6 mesi, fino ad arrivare ad 1 anno.

CHIRURGO ORTOPEDICO MILANO – PROTESI ANCA E GINOCCHIO MILANO

Alluce rigido – Chirurgo Ortopedico Milano

L’alluce rigido consiste in una degenerazione artrosica della articolazione fra alluce e primo metatarsale (l’osso che lo precede verso la caviglia) denominata ‘prima metatarso-falangea’, la cartilagine di questa articolazione risulta gravemente usurata come in tutte le forme artrosi che e i capi articolari si deformano dando origine agli osteofiti che si localizzano prevalentemente dorsalmente alla testa del primo metatarsale limitando il movimento dell’alluce soprattutto in estensione e provocando dolore durante la deambulazione.
La causa può ritrovarsi in pregressi traumi che abbiano coinvolto quella articolazione o in altre deformità del piede che abbiano modificato l’appoggio del piede stesso.
Il sintomo principale è il dolore durante la deambulazione e poi anche a riposo con una riduzione della mobilità dell’alluce stesso.
La diagnosi è clinica con una adeguata visita ortopedica e viene supportata da radiografie in carico del piede.

TRATTAMENTO

Il trattamento conservativo è limitato alle fasi iniziali ed è comunque temporaneo perché l’evoluzione della patologia è difficilmente arrestabile mobilizzazioni, fisioterapia o infiltrazioni. I farmaci anti-infiammatori possono essere prescritti per il controllo del dolore.
Il trattamento chirurgico può prevedere sostanzialmente uno dei seguenti approcci:

  •   osteotomia decompressiva (è una osteotomia a livello del primo metatarsale in accorciamento che consente un rilassamento delle strutture articolari della prima metatarso-falanea e si completa con l’asportazione degli osteofiti che limitano il movimento dell’alluce.
  •   Artroplastica con protesi metatarso-falangea (prevede una osteotomia della base della falange prossimale dell’alluce che viene sostituita da una sorta di bottone metallico che si articola con la testa del primo metatarsale alla quale sono preventivamente stati asportati gli osteofiti.
  •   Artrodesi metatarso-falangea (riservata ai casi più gravi prevede una osteotomia della testa del primo metatarsale e della base della falange prossimale del primo dito, le due ossa liberate così da ogni residuo di cartilagine vengono messe a contatto e fissate tra loro per ottenere una fusione della articolazione.

    Gli approcci chirurgici che prevedono una osteotomia prevedono tempi di guarigione sovrapponibili a quelli visti nelle correzioni chirurgiche dell’alluce valgo.

    Protesi anca e ginocchio Milano – Chirurgo ortopedico Milano

Artrosi del ginocchio Chirurgo Ortopedico Milano

L’artrosi del ginocchio (gonartrosi) è una delle cause più comuni di dolore articolare al ginocchio. Per artrosi si indica la degenerazione della cartilagine articolare di rivestimento dei capi articolari. Si tratta di un fenomeno ‘parafisiologico’ nel senso che tutti con il passare del tempo ne siamo colpiti per una semplice motivazione legata all’usura ma talvolta tale degenerazione da origine ad una sintomatologia dolorosa a carattere ingravescente ed invalidante oltre che resistente a numerosi tentativi di terapia. Esistono diverse fasi dell’artrosi in relazione all’entità del danno della cartilagine articolare dalle forme più lievi a quelle più gravi che vedono una quasi totale scomparsa della cartilagine di rivestimento dei capi articolari e la conseguente esposizione dell’osso sottostante che, non più protetto dalla cartilagine, reagisce diventando duro e sclerotico (eburneo) e deformandosi (osteofitosi).

Le due principali categorie di artrosi sono la forma primitiva che non è dovuta a nessuna causa specifica e quella secondaria risultante da altre patologie in atto o pregresse (es. traumi e fratture)
Alterati assi di carico del ginocchio, eccessive sollecitazioni, pregressi traumi importanti articolari sono tra le cause principali dell’artrosi anche se non sono da dimenticare fattori ereditari e alterazioni di tipo ormonale. Il ginocchio artrosico solitamente provoca dolore dapprima durante l’attività e poi anche a riposo. E’ spesso tumefatto come conseguenza della presenza di liquido articolare in eccesso per il fenomeno infiammatorio in atto. Nelle fasi avanzate può apparire deformato anche dall’esterno oltre che dal punto vista radiografico.

Anche se una semplice radiografia standard del ginocchio può essere sufficiente porre diagnosi di artrosi, ricordando che la visita del ginocchio deve essere sempre e comunque accurata, possono essere di estrema utilità anche speciali proiezioni radiografiche e la RMN.

Protesi del Ginocchio Milano