Le protesi monocompartimentali nei giovani – Chirurgo Ortopedico Milano

Le protesi monocompartimentali nei giovani

In ortopedia, con paziente giovane, si intende una persona al di sotto dei 60 anni di età.

Chi sono i potenziali pazienti

I pazienti in questione sono coloro che:
  • hanno elevate richieste funzionali come, giovani operai,  praticanti attivi di sport come il tennis, il calcio,  lo sci e arti marziali;
  • sono affetti da artrosi secondaria, come esiti di meniscectomie precoci oppure ricostruzioni del LCA, oppure ancora trapianti di cartilagine, osteotomie e esiti di fratture;
  • hanno necessità di un rapido ritorno all’attività pre-clinica, ossia per tornare rapidamente all’attività sportiva e mantenere gli stessi standard di vita attiva preclinici.

Indubbiamente i pazienti che sono più predisposti ad affrontare un intervento di protesi mono sono giovani e affetti da artrosi precoce, anche se rappresentano una percentuale bassa.

Esiste una scala di “gravità” di lesione del ginocchio, ad ogni step corrisponde una tipologia di intervento:

  • grado 1: HTO
  •  2: monocompartimentale
  •  3: borderline
  •  4: protesi totale al ginocchio.

La maggior incidenza nei pazienti giovani sono di grado 1 e 2.

La monocompartimentale nei giovani pazienti

Le più diffuse sono associate con:

•  la ricostruzione dell ’LCA: nel caso di giovani pazienti con deficit del legamento crociato anteriore, si tratta per lo più di esiti traumatici  non trattati e di ricostruzione fallita. La scelta del trapianto da utilizzare deve orientarsi verso un tendine artificiale o da cadavere. Quello da cadavere  sarebbe da preferire, ma va programmato e può essere qualitativamente deludente, mentre il tendine artificiale è di più facile gestione.

•  in esiti di osteotomia: le indicazioni  sono  fondamentalmente legate alla possibilità di correggere l’area artrosica senza spostare il carico nel compartimento opposto.

•  in esiti di frattura: si tratta per lo più di soggetti di  giovane età, dove il compartimento interessato è quello laterale ed il problema più comune è la rigidità articolare. Il vantaggio assoluto è una netta riduzione del rischio di rigidità post-operatoria e di infezioni.

• in esiti di trapianti di cartilagine e simili come ( MACI, OATS etc…) o di osteocondrite dissecante massiva o esiti di ricostruzione dell’LCA.

Conclusioni

Le protesi monocompartimentali rappresentano ad oggi un challenge in grande crescita. Gli impianti nei pazienti giovani devono tener conto di maggiori richieste funzionali e potenziali ricadute psicologiche.

Il limite reale nell’uso delle mono va fissato a metà strada tra le competenze chirurgiche dell’operatore e le difficoltà del caso stesso.